Fagioli Cannellini di Atina dopo un lungo percorso di valorizzazione, hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento rappresentato dal marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) il 5 Agosto del 2010. La registrazione nella lista dei prodotti DOP testimonia non solo l’eccellente qualità di questo legume, ma anche la bellezza di un territorio ricco di storia e di una popolazione da sempre dedita al lavoro e legata alle tradizioni. Il profondo legame che c’è tra questo piccolo seme ed il territorio della Valcomino è suggellato dalla Storia; infatti, le prime notizie sulla sua coltivazione nel comprensorio di Atina risalgono addirittura al 1811.

La sua importanza era data dal fatto che per un lunghissimo periodo questo particolare legume ha rappresentato il principale alimento per gran parte delle popolazioni locali; i contadini lo lasciavano cuocere vicino al fuoco nella caratteristica “pignata” e successivamente lo servivano condito con aglio e un filo di olio a testimonianza delle difficoltà del periodo. Oggi il Fagiolo Cannellino di Atina DOP rappresenta un vero e proprio volano economico per tutto il territorio della Valcomino; infatti si sono moltiplicate le aziende che si occupano della coltivazione e commercializzazione del prelibato legume. Acquistare i Fagioli Cannellini di Atina non equivale al classico acquisto di un prodotto alimentare, ma bensì al riconoscimento dell’identità di una popolazione, di un territorio e delle tradizioni di una zona della Ciociaria davvero unica e particolare. Degustare un fagiolo cannellino significa apprezzare un intero territorio.

La Storia dei Fagioli Cannellini di Atina

Da un scritto dello Stato di Alvito all’illustrissimo Cardinale Tolomeo Gallio del 1595 risulta certo che i Fagioli Cannellini non fossero ancora coltivati nella Val Comino; infatti, i cosiddetti “Doni Colombiani” come patate, mais, pomodori, etc., non erano ancora conosciuti. L’unico legume coltivato era la fava; mentre per quanto riguarda i cereali erano presenti grano, farro, orzo e miglio; molto apprezzate le cipolle coltivate sin dal 1574 in Vicalvi e Posta l’attuale Posta Fibreno.

Altre opere di fondamentale importanza ed indispensabili per la ricostruzione della storia di Atina e di tutto il comprensorio sono rappresentate dagli scritti del Palombo e del Castrucci della prima metà del ‘600; anche in questo caso non vengono menzionati i Fagioli Cannellini. Bisognerà attendere gli inizi dell’Ottocento per apprendere che, nella Val di Comino, i fagioli cannellini si coltivavano ed erano largamente consumati dalle famiglie contadine con il famoso appellativo  di “carne dei poveri”. Le prime notizie documentate risalgono precisamente al 1811 negli scritti del De Marco il quale, definisce il fagiolo cannellino di Atina come un “fagiolo di ottima qualità”. In questo periodo la produzione del gustoso legume, superava ampiamente l’attuale produzione di tutta la provincia; questo dato testimonia in maniera inequivocabile il ruolo di primissimo piano che i fagioli cannellini avevano nella sopravvivenza della popolazione. Il consumo era così suddiviso: il 50% della produzione che ammontava a circa 100 tonnellate veniva consumato dai contadini e dalle classi più disagiate, il 30% era destinato alle classi più benestanti ed il restante 20% veniva venduto, rappresentando così una vera e propria ricchezza per le famiglie contadine.

L’affermazione dei fagioli cannellini in tutto il territorio fu legata a due fattori principali:

1 – La possibilità di essere associato ad altre colture, a differenza di altri legumi come le lenticchie, piselli e fave che richiedono campi dedicati;

2 – L’esenzione della decima, la tassa agricola più diffusa a quei tempi; una vera manna dal cielo per i contadini che, finalmente con l’introduzione del fagiolo, godettero di un reale vantaggio economico.

Per almeno due secoli il fagiolo cannellino è stato uno degli alimenti di riferimento degli abitanti della zona; tutto ciò ha portato al miglioramento continuo ed all’affinamento delle tecniche di coltivazione, arrivando ai giorni nostri con un prodotto di altissima qualità. Infatti, è stato proprio grazie all’enorme esperienza fatta sul campo dagli abitanti della Valcomino  che oggi ci ha consegnato un prodotto dalle qualità veramente uniche. Il riconoscimento di tali caratteristiche e qualità sono state suggellate dall’attribuzione del prestigioso marchio DOP ossia la Denominazione di Origine Protetta; obiettivo raggiunto il 5 Agosto del 2010.

Coltivazione dei Fagioli Cannellini di Atina

Fagioli Cannellini di Atina essendo un prodotto a Denominazione di Origine Protetta, sono caratterizzati da una fortissima identità territoriale, per tale motivo può essere coltivato solo ed esclusivamente nei seguenti territori: Comune di Atina nella frazioni di Settignano, Oboca, Sacco, Sabina, S. Marciano e Case di Melfa; Comune di Villa Latina nella frazione di Saccoccia; Comune di Picinisco nelle frazioni di Di Vito e Immoglie; Comune di Casalvieri nelle frazioni di Guagno, Casal Delle Mole e Plauto; Comune di Casalattico nelle frazioni di S. Nazzario e S. Gennaro; Comune di Gallinaro nella frazione di Rosanisco. Tutti i comuni ricadono nella Provincia di Frosinone.

La semina dei fagioli cannellini avviene fra la fine di Giugno e gli inizi Luglio; questo eccezionale prodotto della terra presenta un grande vantaggio ossia, trattandosi di una seconda coltura, per tantissimi anni è stato coltivato su terreni precedentemente seminati a grano o mais. La raccolta avviene tra il 10 Settembre ed il 30 di ottobre, solo in annate particolari si può protrarre fino a Novembre. A causa delle particolari condizioni climatiche del territorio, le piante vengono aggregate in piccoli mazzetti, successivamente posti ad essiccare esclusivamente attraverso una ventilazione naturale. Terminata la fase di essiccazione si passa alla battitura manuale e alla sgranatura dei baccelli. Successivamente si passa alla fase di cernitura e selezionamento rigorosamente a mano. Infine, vengono raccolti e conservati pronti per la commercializzazione.

I terreni per la coltivazione del prestigioso legume sono di proprietà dei produttori oppure vengono presi in affitto e non possono essere in alcun modo concimati. L’irrigazione, effettuata con il metodo a scorrimento, a pioggia o a goccia, avviene ogni 6-10 giorni circa solo ed esclusivamente utilizzando le acque del fiume Melfa, del torrente Mollarino ed i loro affluenti.

Proprietà e Caratteristiche dei Fagioli Cannellini di Atina

Le eccezionali proprietà organolettiche dei Fagioli Cannellini di Atina DOP derivano essenzialmente dal terreno, definito “focaleto”, di origine alluvionale, ricco di minerali e di colore scuro. Il terreno però non è l’unico fattore in grado di garantire le eccellenti caratteristiche del gustoso legume ma, la componente umana contribuisce in modo determinante all’ottenimento di un prodotto ottimo. I semi vengono auto-prodotti dalle aziende che si occupano della coltivazione; l’enorme esperienza della popolazione locale tramandata da generazione in generazione ha creato una conoscenza ed un controllo davvero unico e maniacale di ogni fase della produzione del fagiolo cannellino di Atina DOP. 

Il fagiolo cannellino di Atina ha una forma reniforme leggermente ellittico e schiacciato, la lunghezza che va da 0,9 cm a 1,4 cm, il colore è bianco opaco, la buccia è sottile, l’epicarpo tenero e deliquescente al palato dopo la cottura. La caratteristica che lo distingue è data dal fatto che non necessita di essere messo a bagno prima della cottura, per la quale richiede un tempo alla prima acqua piuttosto breve. La pellicola che avvolge il seme denominata tegumento, è molto sottile e ciò rende il fagiolo cannellino di Atina più facilmente digeribile rispetto ad altri legumi.