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La Transumanza nella Camosciara – PNALM

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La Transumanza nella Camosciara
(Visita Virtuale)

Il Tratturo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

La Transumanza nella Camosciara: la rilevanza del patrimonio dei tratturi è strettamente collegata all’esperienza del paesaggio che è possibile vivere ripercorrendo queste antiche strade dell’Appennino Centro Meridionale. La loro riscoperta e valorizzazione è dovuta soprattutto alla crescente richiesta di percorsi legati alla mobilità a piedi a cui si sono aggiunte nel tempo altre due forme di mobilità: quella in bicicletta, e quella delle ippovie. Avviene così che un numero sempre maggiore di persone ricerchino i modi di viaggiare che consentano di fruire pienamente del patrimonio del paesaggio.

I tratturi rivestono una funzione molto importante: se nei tempi avevano un duplice scopo, di transito e di pascolo delle pecore, costituiti da ampie vie d’erba che, in alcuni tratti,  raggiungevano addirittura  la sezione di 111 metri, oggi la loro peculiarità è quella di essere nello stesso tempo, una strada, un bene culturale, un luogo privilegiato che, in sintesi, rappresentano un patrimonio straordinario di risorse naturalistiche, archeologiche, architettoniche, legate alle tradizioni, ai saper fare, ai prodotti tipici. In tal modo, il viaggio riconquista il paesaggio e con il paesaggio la riflessione sul passato, sulle generazioni che lo hanno vissuto e su quei valori di cui il passato era portatore, ma di cui anche noi siamo portatori, seppure a volte inconsapevoli.

Quando si parla di tratturi si pensa anche alla rete di “bracci” e “tratturelli” secondari e di collegamento e a tutte quelle strade di lavoro che, era cura dell’antico mondo agricolo e pastorale, mantenere tra muretti a secco, con filari di alberi di contorno, a volte spontanei, a volte piantati dall’uomo per fornire ombra d’estate.

La pratica della transumanza, ovvero lo spostarsi dei pastori con le pecore in autunno per raggiungere a piedi il Tavoliere delle Puglie, ritornando poi all’inizio dell’estate in Abruzzo, era motivata dal fatto che in montagna gli inverni erano rigidi e, in pianura le estati torride; quindi i pastori erano obbligati a spostarsi stagionalmente affinché le pecore potessero trovare in ogni momento il luogo più adatto per alimentarsi.

Le vie della transumanza, i tratturi, erano delle ampie strade erbose dove le pecore potevano pascolare a piacere, pur dirigendosi progressivamente verso la meta. Lungo i tratturi s’incontravano fontanili, muretti a secco, cippi di pietra, stazzi, riposi, taverne, fortificazioni di vario tipo, cappelle, perfino palazzi costruiti grazie all’“industria armentizia”. Fra i tratturi principali che collegano l’Abruzzo alla Puglia e che potrebbero nel futuro costituire un importante sistema viario da utilizzare come vie verdi, c’è il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela che aveva un tracciato lungo 211 Km e largo fino a 60 passi napoletani (111 metri).

Il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, per il tratto che attraversa il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, può essere suddiviso in cinque zone:

  1. Dall’origine del tratturo al cippo in pietra in località Gessaro. Questo tratto attraversa il territorio di Pescasseroli;
  2. Dal cippo in pietra in località Gessaro fino a Val Fondillo. Questo tratto attraversa il territorio di Opi;
  3. Da Val Fondillo a Civitella Alfedena: questo tratto è ubicato in parte  nel territorio di Opi (Val Fondillo – Colle di Licco)  e in parte nel territorio di Civitella Alfedena. Attraversa anche l’immenso anfiteatro naturale nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: la Camosciara (Transumanza nella Camosciara).
  4. Da Civitella Alfedena a Barrea e che è ubicato nei relativi comuni il cui confine si trova nei pressi di Colleciglio.
  5. Da Barrea a Alfedena e che è ubicato nei relativi comuni il cui confine si trova nelle vicinanze di Alfedena e poi arriva fino alla Zittola (Castel di Sangro), territorio esterno al PNALM;

Descrizione del Tratto che attraversa la Camosciara

    La Transumanza nella Camosciara: superato il sentiero che passa sotto il Monte Amaro, abitato da numerosi camosci e cervi, fino ad arrivare al Fiume Sangro, le greggi seguivano la sponda destra del fiume per circa due chilometri e mezzo, passando accanto ad un vecchio Mulino, oggi annesso al ristorante “Vecchio Mulino”, fino ad arrivare ad un’ampia pianura (in corrispondenza della località “Pietramara”, che si trova però nella sponda sinistra del Sangro), dove i pastori erano soliti formare le mandrie” e suddividere il gregge in più morre di 350 capi. Il tratturo poi continuava a tenersi in riva al fiume ancora per un chilometro (e, nei punti più stretti, il passaggio delle pecore era probabilmente agevolato da una passerella in legno), passando sotto Colle di Licco, ricco di fauna selvatica (oggi area integrale sorvegliata sia dal Parco Nazionale che dal Corpo Forestale).

    Il tratturo dove si svolgeva la transumanza nella camosciara non è segnalato, come nelle altre parti, dalla presenza dei muretti a secco, in quanto, a destra, vi è un’alta parete di roccia calcarea (che presenta di tanto in tanto fessure più o meno ampie, utilizzate come ripari dagli animali selvatici) e, a sinistra, scorre il fiume Sangro. Ciò nonostante, i pastori per non portare le pecore vicino al fiume, spesso percorrevano questo tratto direttamente sulla strada fino ad arrivare di fronte al Casone Antonucci davanti all’anfiteatro molto suggestivo della Camosciara.

    Dalla Camosciara a Civitella Alfedena il Regio Tratturo è stato recentemente ripristinato dal Comune di Civitella e, quindi, è ben segnalato e attrezzato con pannelli informativi.

    Dopo il prato della Camosciara il tratturo passava accanto a Rocca in Tra Monti, abitata fino al 1400, attraversava il piano del Molino fino al torrente su cui, proprio nel luogo dove c’era il mulino, è stato da poco costruito un ponticello, e poi, iniziava a salire verso Civitella.

    Dall’area di sosta della Camosciara, salendo lungo la strada che conduce alle cascate, sulla sinistra si accede ad una parte del tratturo, dove ancora oggi sono ben visibili i muretti in pietra a secco che delimitavano il tratturo stesso, anche se, in questo tratto non arrivava alla larghezza di 111 metri.

    Frequentemente si notano, ai lati dei muretti, recinzioni in pietra, parzialmente crollate, che potrebbero essere stati i luoghi circolari, dove i pastori si fermavano con le pecore oppure segnalavano i confini di campi coltivati che si volevano proteggere dal passaggio degli animali.

    Di tanto in tanto, soprattutto quando la vegetazione non è rigogliosa e non copre i manufatti, è possibile vedere ruderi di capanne contadine o di costruzioni pastorali, che tuttavia restano di difficile interpretazione. In una strettoia delimitata da due muri in pietra, molto probabilmente veniva eseguita la conta delle pecore da parte dei pastori, prima di procedere per il lungo cammino.

    Il tratturo attraversava poi una parete argillosa lasciando sulla sinistra Colle S. Ianni dove, si ritiene, ci fosse un piccolo centro fortificato italico (ocre). A metà strada le pecore trovavano un abbeveratoio con la sua caratteristica forma estesa in lunghezza, e con un’altezza adatta alle pecore. Tra questo e il paese di Civitella, nei pressi del colle Jajacque, aumentano i muretti a secco, ma si tratta di recinzioni di campi coltivati. Un masso erratico di grandissima mole, su cui è stata posta una croce massonica, è ben visibile al centro del Tratturo. Entrando a Civitella Alfedena, proprio accanto ad un fontanile, il Comune ha ristrutturato un vecchio fabbricato, istallando un piccolo Museo del Tratturo con pannelli didattici che illustrano la storia della transumanza (Transumanza nella Camosciara).

    Nella parte del percorso, che attraversa l’area a protezione integrale da parte del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (da Val Fondillo alla Camosciara), gli elementi pastorali sono stati conservati integralmente, ma il potere sovrano della natura li ha nascosti del tutto. Mentre nella parte successiva, il Comune di Civitella Alfedena, ripristinando il tracciato del tratturo, ha permesso di evidenziare anche gli elementi architettonici.

Dott.ssa Mariapia Graziani

  • Person Ente Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise
  • Indirizzo Viale Santa Lucia - 67032 Pescasseroli (AQ)

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